Nella seduta del 2 agosto, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ha approvato, in esame preliminare, tre decreti legislativi che, in attuazione della legge delega per la riforma del Codice penale, del Codice di procedura penale e dell’ordinamento penitenziario (legge 23 giugno 2017, n. 103), introducono disposizioni volte a modificare l’ordinamento penitenziario, alla revisione della disciplina del casellario giudiziale e all’armonizzazione della disciplina delle spese di giustizia funzionali alle operazioni di intercettazione.
Ad una prima sommaria lettura dei titoli e dei commenti, l’impressione è che non si vogliano dare quegli allargamenti dei benefici che voleva fare l’ex Ministro Orlando nell’ottica di un superamento del 41bis. Se così fosse , bisognerebbe ricordare a tutti come e perchè si è giunti alle misure contenute nella cosiddetta Legge Gozzini, visto che a rigor di logica un detenuto al quale viene dato un orizzonte di reinserimento è molto più propenso ad avere comportamenti consoni alle opportunità offertogli da percorsi “rieducativi”.
Non vorremmo che si cerchi di imporre una visione tesa alla ricerca di confessioni obbligatorie anche per fatti avvenuti 20-30 anni fa per dei pentimenti in relazione a fatti mai commessi e quindi privi di fondamento, soprattutto in casi di persone che hanno già scontato molti anni di detenzione e si sono resi idonei a percorsi di inserimento, a progetti concordati ed hanno saputo dimostrare comportamenti indiscutibili anche fuori dalle mura penitenziarie.
Una persona che si vuol rendere inoffensiva sino al suo totale annientamento, non è secondo noi, una forma di recupero.
Inoltre, alla prova dei fatti concreti, le misure alternative hanno avuto impatti più che positivi, dal momento che le statistiche in positivo sono maggiori anche delle previsioni negative contenute negli studi preliminari ed applicativi delle Leggi.
Concludiamo questa breve parziale riflessione, su di una semplificazione “politica” alla base di tanti commenti che scaturiscono da alcune decisioni osservate in queste prime settimane di insediamento del nuovo governo, molte forse frutto di forzature “giornalistiche” (…ne siamo consci). E cioè che la stella polare di quanto vediamo e leggiamo, sia quella di rovesciare completamente il lavoro precedentemente portato avanti e lasciato in fase di attuazione e/o di conclusione.
Questo si non sarebbe né garantista né manettaro, né giustizialista né buonista.
Vista la complessità ed il gran numero di provvedimenti contenuti nei Decreti Legislativi, le prossime settimane saranno utili per approfondire maggiormente studi ed analisi, anche sperando in un contributo costruttivo da parte di chi vorrà intervenire e farci pervenire il proprio pensiero sull’argomento.
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